Diabete tipo 1: facciamo molto, ma non ancora abbastanza

alesÈ risaputo che il diabete di tipo 1 è associato a un sostanziale aumento del rischio di morte prematura rispetto a quello presente nella popolazione generale.  Tra le persone con diabete di tipo 1 che sono più giovani di 30 anni di età, la mortalità in eccesso è dovuta in gran parte alle complicanze acute del diabete, tra cui la chetoacidosi diabetica e l’ipoglicemia; mentre in età più avanzata è dovuta alle malattie cardiovascolari. Migliorare il controllo glicemico nei pazienti con diabete di tipo 1 riduce sostanzialmente il rischio di complicanze microvascolari e di malattia cardiovascolare e quindi riduce il rischio di morte prematura.
In accordo con questo, tutte le linee guida sul trattamento del diabete sottolineano la necessità di un buon controllo glicemico, che è indicato dal livello di emoglobina glicata, una misura media del livello degli zuccheri nel sangue durante i 2 a 3 mesi precedenti rispetto alla valutazione. Un livello inferiore a 7,0 % (53 mmol per mole) è generalmente raccomandato ed è considerato essere associato a un minor rischio di complicanze diabetiche. Una precisa valutazione del rischio di eccesso di mortalità per qualsiasi causa e per cause cardiovascolari rispetto alla popolazione generale nei pazienti con diabete di tipo 1 in funzione dei vari gradi di controllo glicemico, non era ancora stata compiuta. Per questo motivo un gruppo di ricercatori svedesi (Glycemic control and excess mortality in type 1 diabetes) ha intrapreso questa valutazione con lo Swedish National Diabetes Register, che include le informazioni sul controllo glicemico per la maggior parte degli adulti con diabete di tipo 1 in Svezia.

Questo studio svedese include 33,915 pazienti con diabete di tipo 1 e 169,249 controlli appaiati per età e sesso e dimostra che il rischio di decesso per qualsiasi causa e il rischio di decesso per cause cardiovascolari sono strettamente legati al controllo glicemico. Infatti, il rischio di decesso per qualsiasi causa secondo il livello di emoglobina glicata per i pazienti con diabete, è stato di 2.36 volte più alto rispetto ai controlli per un livello di emoglobina glicata di 6.9 % o inferiore (≤52 mmol per mole), di 2.38 volte per un livello tra 7.0 e 7.8% (da 53 a 62 mmol per mole), di 3.11 volte per un livello da 7.9 all’8.7% (63-72 mmol per mole), 3.65 volte per un livello da 8.8 al 9.6% (da 73 a 82 mmol per mole), e 8.51 volte per un livello di 9.7 % o superiore (≥83 mmol per mole). In modo simile il rischio di decesso per cause cardiovascolari è stato 2.92 volte, 3.39 volte, 4.44 volte, 5.35 volte e 10.46 volte più alto nei diabetici rispetto ai controlli per gli stessi intervalli di emoglobina glicata.

Lo studio mostra che nei pazienti con un controllo glicemico molto scarso, i rischi di morte per qualsiasi causa e di morte per cause cardiovascolari sono 8 e 10 volte superiori, rispettivamente, a quelli della popolazione generale. D’altra parte nei pazienti con diabete con un controllo glicemico adeguato, il rischio di morte per qualsiasi causa e il rischio di morte per cause cardiovascolari sono molto più bassi, ma comunque non azzerati poiché ancora più di due volte alti rispetto la popolazione generale.

Concludendo: il controllo glicemico è molto importante e deve essere perseguito come un obiettivo primario. A dispetto di questo il rischio non si azzera e questo spinge sempre di più alla necessità di trovare soluzioni curative definitive per il diabete di tipo 1 oltre alla terapia insulinica.