Digiuno e diabete: attenzione e prudenza

digiuno diabeteRecentemente la rivista Cell ha pubblicato un interessante lavoro nel piccolo animale che descrive la possibilità di ottenere rigenerazione delle cellule producenti insulina attraverso una dieta in grado di mimare il corrispettivo di un digiuno di 4 giorni. Il lavoro è stato prodotto dal gruppo coordinato dal Valter Longo, direttore dell’Istituto sulla Longevità all’ USC (University of Southern California) di Los Angeles, che da alcuni anni sta conducendo studi sugli effetti benefici del digiuno su vari aspetti della fisiologia e della patologia umana, in relazione alla modulazione di un ormone denominato “IGF-1” .

Lo studio ha analizzato alcuni modelli animali e cellulari con i seguenti risultati:

  • In topi con diabete indotto da obesità (modello diabete di tipo 2) dovuta alla carenza dell’azione di un ormone denominato leptina (topi db/db),  la dieta mima digiuno ha mostrato la capacità di ridurre l’incremento di peso e ha ottenuto la reversione dell’iperglicemia, con associato un aumento della sensibilità ma anche della secrezione insulinica e della massa delle cellule producenti insulina.
  • In topi con diabete indotto da un agente chimico denominato streptozotocina (modello di deficit di secrezione dell’insulina simile al diabete di tipo 1), la dieta mima digiuno ha mostrato la capacità di ridurre l’iperglicemia con associato un aumento della massa delle cellule producenti insulina.
  • In topi non diabetici, la dieta mima digiuno ha ridotto durante il digiuno il numero e la grandezza delle isole pancreatiche (35% delle cellule producenti insulina in meno), ma ha indotto una loro espansione ai livelli di partenza dopo 3 giorni dal ritorno ad una normale dieta, espansione associata all’ espressione di marcatori tipicamente associati allo sviluppo e differenziazione delle cellule producenti insulina.
  • In isole pancreatiche umane tenute in coltura, il siero ottenuto dal sangue di soggetti sottoposti ad una dieta mima digiuno ha indotto l’espressione di marcatori dello sviluppo e differenziazione delle cellule producenti insulina

Lo studio, se confermato, offrirà importanti spunti per la ricerca futura ma impone anche la necessità di alcune precisazioni che non permettono la trasferibilità immediata del risultato nell’ uomo. Il topo ha una capacità rigenerativa delle cellule producenti insulina estremamente più attivo rispetto l’uomo. Purtroppo sistemi in grado di indurre l’espansione delle cellule producenti l’insulina descritti nel topo sono spesso non efficaci nell’ uomo. Inoltre, anche se i modelli studiati sono molto utilizzati, in realtà hanno poca  similitudine con il diabete nell’ uomo. Nel caso dei roditori con deficit del sistema leptina gli animali sviluppano l’obesità per una assunzione non controllata di cibo legata alla mancanza del senso di sazietà e sviluppano di conseguenza la comparsa di diabete  con manifestazioni simili al diabete di tipo 2.

Questi meccanismi non rispecchiano il diabete di tipo 2 degli esseri umani, dove la leptina non gioca un ruolo importante  (per informazione più tecniche si veda recente articolo di John J. Pippin). Nel caso dei roditori trattati con streptozotocina il modello utilizzato per mimare il diabete di tipo 1 non contempla la presenza del sistema immunitario e quindi  non ha una trasferibilità nel diabete di tipo 1 dell’uomo.

E’ d’obbligo ricordare, quindi, che la possibilità di utilizzare nell’ uomo l’approccio descritto nel modello animale per rigenerare le cellule producenti insulina  non può essere assunto come una terapia standard da eseguire nei pazienti. Ancora più mandatorio è l’invito per i pazienti a non sottoporsi spontaneamente a periodi di digiuno senza un adeguato supporto medico:  il digiuno rappresenta un rischio per le persone con diabete e non si deve assolutamente utilizzare l’approccio descritto dal lavoro pubblicato al di fuori di eventuali studi clinici e sotto attento monitoraggio medico.

A tal riguardo si sottolinea la recente precisazione dell’ University of Southern California:

“In regard to our recent studies on diabetes, DO NOT try to apply any type of fasting mimicking diet (FMD) to treat either type 1 or type 2 diabetes either on your own or with the help of a doctor. The combination of the FMD and insulin or other drugs could increase the risk of severe complications, including the possibility of death. Although the use of the FMD to treat either type 1 or 2 diabetes is promising, it must be tested and proven safe and effective for human use in FDA-approved clinical trials.”

Traduzione:

“Per quanto riguarda i nostri recenti studi sul diabete, NON cercare di applicare qualsiasi tipo di dieta del digiuno (FMD) per il trattamento sia del diabete di tipo 1 o di tipo 2, sia da soli o con l’aiuto di un medico. La combinazione della FMD e insulina o altri farmaci potrebbe aumentare il rischio di gravi complicanze, compresa la possibilità di morte. Sebbene l’uso della FMD per trattare il diabete di tipo 1 o 2 è promettente, deve essere testato e dimostrato sicuro ed efficace per uso umano in studi clinici approvati dalla FDA”