COVID-19 e trapianto d’isole: gemelli diversi

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Milano, 13 maggio 2020. Con il titolo “Covid-19 and islet transplantation: different twins” è stato pubblicato oggi dalla prestigiosa rivista “American Journal of Transplantation “ il Personal Viewpoint cofirmato dal direttore del Diabetes Research Institute, Prof Lorenzo Piemonti, e dal direttore del Centro di Ricerca Anestesia e Rianimazione (CARE), Prof Giovanni Landoni, dell’IRCCS Ospedale San Raffaele. L’articolo propone il razionale che ha portato a utilizzare, per il trattamento di alcune delle forme severe di Covid-19, alcuni farmaci normalmente somministrati nei pazienti sottoposti a trapianto d’isole pancreatiche. Infatti, per chi lavora nel campo del trapianto d’isole, la sindrome trombo-infiammatoria ostruttiva dei vasi polmonari (recentemente denominata MicroCLOTS) che si sviluppa nelle forme severe di Covid-19 è familiare, poiché ha molte somiglianze con il processo infiammatorio e microtrombotico (denominata IBMIR) che avviene nel fegato ore e giorni dopo l’infusione delle isole nella vena porta. Molte evidenze sia per MicroCLOTS sia per IBMIR suggeriscono il coinvolgimento di meccanismi comuni come l’attivazione della cascata della coagulazione e del sistema del complemento e il rilascio di chemiochine/citochine proinfiammatorie. L’identificazione e l’eventuale modulazione farmacologica dei meccanismi che mediano gli eventi infiammatori dannosi per le isole pancreatiche dopo il trapianto possono quindi essere utili per suggerire trattamenti innovativi per il Covid-19 e viceversa.

“La comunità scientifica di tutto il mondo sta combattendo la pandemia di Covid-19 – dichiara Lorenzo Piemonti – la comunità scientifica dei trapianti, può contribuire a suggerire strategie per approcci innovativi. Allo stesso tempo, nel prossimo futuro, gli studi clinici condotti su pazienti Covid-19 produrranno un’enorme quantità d’informazioni sul controllo dell’infiammazione, della coagulazione e del complemento, informazioni che rappresenteranno un patrimonio da trasformare in innovazione nel campo dei trapianti. Sarà il nostro contributo per trasformare un evento drammatico in progresso per il campo dei trapianti e, in definitiva, per i nostri pazienti”.

Nella pubblicazione è riportata l’esperienza clinica pilota  che ha utilizzato una molecola denominata reparixin nella terapia di Covid-19, molecola per l’appunto sperimentata  nel campo del trapianto di isole in uno studio internazionale multicentrico di fase 3 coordinato dal DRI di Milano, studio recentemente pubblicato. La molecola interviene inibendo l’azione di un mediatore dell’infiammazione denominato interleuchina 8, una delle proteine che si è dimostrata essere associata al processo d’infiammazione a carico dei polmoni durante l’infezione da virus Sars-CoV-2. Questa esperienza condotta alla fine di marzo presso il San Raffaele di Milano ha dato risultati incoraggianti rispetto al contenimento delle complicazioni polmonari più severe del Covid-19 suggerendo l’opportunità di una fase ulteriore di sperimentazione, finalizzata a confrontarne l’effetto rispetto a un gruppo controllo, che coinvolgerà 48 pazienti (Fase 2) e 100 pazienti (Fase 3) per una durata di alcuni mesi. Lo studio autorizzato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) il 9 maggio, denominato Reapavid19, sarà realizzato presso l’Irccs Ospedale San Raffaele, l’Ospedale San Paolo di Milano e l’Ospedale di Circolo di Varese. Coordinator Investigators saranno il professor Lorenzo Piemonti e il professor Alberto Zangrillo (direttore Anestesia e Rianimazione del San Raffaele). Conclude Lorenzo Piemonti: “Il farmaco sarà proposto per il trattamento della polmonite secondaria a infezione da Sars-Cov-2 in soggetti con un quadro clinico severo. Speriamo di poter dimostrare l’efficacia e la sicurezza di questa che è la prima molecola «made in Italy» in sperimentazione contro il Covid-19, aumentando così il paniere dei trattamenti a disposizione dei clinici per meglio contrastare questa nuova malattia”.