Il bambino in utero riceve dalla madre, attraverso la placenta, il glucosio che gli è indispensabile per crescere. La glicemia alta della madre stimola il pancreas del bambino a produrre insulina, esponendo il bambino a livelli di insulina più alti del normale (iperinsulinemia). Se una donna con il diabete gestazionale non controlla in maniera adeguata le sue glicemie il suo bambino potrà avere:
- un peso alla nascita aumentato (spesso oltre 4 chili) perché l’iperinsulinemia provoca una deposizione di tessuto adiposo a livello dell’addome del bambino e per questo la circonferenza addominale del bambino misurata durante le ecografie sarà molto maggiore rispetto alla media. Un bambino grande, soprattutto se è un primo figlio, può rendere necessario ricorrere al parto cesareo o all’induzione del parto prima del termine della gravidanza, solitamente intorno alle 38 settimane;
- un aumentato rischio di ipoglicemia nel periodo neonatale perché, dopo il taglio del cordone ombelicale, il bambino avrà livelli alti di insulina senza un adeguato supporto di zuccheri dato che non avrà ancora iniziato ad alimentarsi. In caso di ipoglicemia, sarà necessario mantenere il bambino in ambiente protetto per provvedere all’infusione endovenosa di glucosio per diverse ore dopo la nascita e il controllo frequente delle glicemie del bambino.
Secondo alcuni autori in certe popolazioni potrebbe esserci un aumentato rischio di obesità nell’infanzia o nell’adolescenza e un aumentato rischio di diabete di tipo 2 nell’età adulta, rispetto ai bambini di una mamma che non ha il diabete gestazionale o con un diabete gestazionale ben controllato.
Il diabete gestazionale diagnosticato nel secondo trimestre di gravidanza non determina un aumento della frequenza di malformazioni congenite o del rischio di aborto nel primo trimestre perché l’iperglicemia non è presente nelle prime settimane di gravidanza.
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