Sono chiamati “RFamide peptides 43RFa and 26RFa” e sono gli ultimi scoperti (2003) di una famiglia di frammenti di proteine riportata per la prima volta nel 1977. La storia di queste piccole proteine è particolarmente affascinante poiché la loro scoperta è stata legata allo studio degli invertebrati.
Infatti, il primo membro di questa famiglia (il peptide stimolatore del cuore Phe-Met-Arg-Phe-NH2, FMRFamide), è stato scoperto in un mollusco di una conchiglia marina (Macrocallista nimbosa, mollusco bivalve). Da allora numerosi “RFamide peptides” sono stati scoperti negli invertebrati, dove hanno la funzione di regolare la attività dei neuroni (neurotrasmettitori e neuromodulatori). Oggi sappiamo che almeno cinque differenti gruppi di peptidi all’interno della “RFamide family” è presente anche nei vertebrati.
Nel 2003 i ricercatori dell’Université de Rouen in Francia hanno descritto per la prima volta “il RFamide peptides 26RFa” presente nel cervello della rana (Rana esculenta), verificando successivamente che anche nei vertebrati – come nel roditore e nell’uomo – esisteva un analogo. Oggi sappiamo che il gene che codifica per questa proteina è presente in molte specie di vertebrati, quali i pesci, i rettili, gli uccelli e i mammiferi. Inoltre si è anche compreso che “RFamide peptides 26RFa” è un frammento di 26 aminoacidi (da cui il nome) di una proteina più grossa di 136 amino che può essere tagliata anche in pezzi più grossi, tra cui uno di 43 amioacidi denominato “RFamide peptides 43RFa”. È stato poi possibile identificare il recettore attraverso cui questi due frammenti di proteine funzionano: GPR103.
Diversi studi hanno dimostrato che questo gruppo di frammenti di proteine svolgono un ruolo nel regolare assunzione di cibo (aumentano) e nel regolare come viene consumata l’energia nel nostro corpo (riducono termogenesi e l’omeostasi energetica).
In questo mese una nuova funzione potenzialmente rilevante per il diabete è stata descritta da uno studio internazionale coordinato dall’Università degli Studi di Torino, a cui hanno contribuito anche i ricercatori del San Raffaele Diabetes Research Institute (DRI), pubblicato su Diabetes, la più importante rivista di settore nel campo del diabete (Granata R, Settanni F, Trovato L, Gallo D, Gesmundo I, Nano R, Gallo MP, Bergandi L, Volante M, Alloatti G, Piemonti L, Leprince J, Papotti M, Vaudry H, Ong H, Ghigo E. RFamide peptides 43RFa and 26RFa both promote survival of pancreatic β-cells and human pancreatic islets but exert opposite effects on insulin secretion. Diabetes. 2014 Mar 12).
Si è dimostrato che entrambi i RFamide peptides 43RFa e 26RFa sono in grado di prevenire la morte delle cellule beta producenti l’insulina. Inoltre RFamide peptides 43RFa stimola la secrezione dell’insulina. Sulla base di questi risultati sarà possibile nei prossimi anni sviluppare farmaci e strategie terapeutiche innovative sia per il diabete di tipo 2 che di tipo 1.
Allo studio hanno partecipato ricercatori dell’Università di Torino e del San Raffaele Diabetes Research Institute per l’Italia, dell’Université de Rouen per la Francia, dell’Université de Montréal per il Canada, tutti coordinati dai ricercatori della Divisione di Endocrinologia Diabetologia e Metabolismo dell’Università di Torino.