Lo screening per l’identificazione del diabete gestazionale con carico orale di glucosio è incluso in tutte le linee guida per la gestione della gravidanza, anche se con indicazioni (screening per tutte le donne o delle sole donne a maggiore rischio) e modalità (vari tipi di carico orale di glucosio) diverse. Non ci sono purtroppo dati di popolazione su quante donne vengono sottoposte a screening durante la gravidanza e questa carenza rende impossibile verificare la reale efficacia delle raccomandazioni di screening sugli esiti della gravidanza e le implicazioni sulle risorse assistenziali impiegate.
Uno studio condotto da ricercatori clinici del San Raffaele in collaborazione con l’Università di Milano Bicocca (Screening for gestational diabetes in the Lombardy region: A population-based study) ha colmato questa lacuna valutando la reale aderenza alle linee guida per lo screening per diabete gestazionale attraverso l’analisi delle banche dati del Sistema Sanitario Regionale della Lombardia.
L’analisi di oltre 360.000 gravidanze nel periodo 2007-2010 ha permesso di stimare che lo screening per diabete gestazionale è stato effettuato nel 30% delle donne, ovvero una percentuale molto bassa rispetto a quella attesa. La percentuale di screening è aumentata dal 2007 (27 %) al 2010 (33%) ed è stata maggiore nelle donne con età ≥35 anni (32%) rispetto a quella di età <25 anni (28 %). Sono state rilevate differenze notevoli tra le diverse Aziende Sanitarie Locali, con percentuali di screening che variano dal 20 al 68 %. Inoltre lo screening era inadeguato nelle donne a maggior rischio (ipertese, con gravidanze gemellari o che hanno utilizzato tecniche di fecondazione assistita, immigrate o di età ≥35 anni).
Uno screening per diabete gestazionale basato sull’offerta piuttosto che modulato sul rischio effettivo delle gestanti è inadeguato dal punto di vista dei costi e dei benefici clinici. Per ottimizzare il rapporto costi-benefici dello screening è necessario prevedere la formazione/aggiornamento degli operatori sanitari sui rischi del diabete gestazionale e sui benefici derivanti della sua diagnosi e dal suo trattamento e la sensibilizzazione delle donne a eseguire il carico quando prescritto. Inoltre un corretto screening per diabete gestazionale limiterebbe i costi (sanitari e umani) delle complicanze della gravidanza e della mancata prevenzione del diabete di tipo 2 nelle madri in cui il diabete gestazionale non è stato riconosciuto.