Lo si è sempre sospettato, ma oramai è una certezza: gli immunosoppressori hanno un’azione letale sulla possibilità delle isole pancreatiche di attecchire nel fegato dopo il trapianto. Questo è in sintesi il risultato del lavoro appena pubblicato dai ricercatori del Diabetes Research Institute (Engraftment versus immunosuppression: cost-benefit analysis of immunosuppression after intrahepatic murine islet transplantation. Marzorati S, Melzi R, Citro A, Cantarelli E, Mercalli A, Scavini M, Piemonti L. Transplantation. 2014 May 27;97:1019-26) su “Transplantation”, la rivista internazionale ufficiale della Transplantation Society.
Quello che si è potuto dimostrare è che, alle dosi utili per fermare il rigetto o la ricorrenza del diabete di tipo 1 dopo il trapianto, gli immunosoppressori sono in grado di impedire alle isole di sopravvivere dopo l’impianto nel fegato. La curiosità maggiore è stata che le stesse dosi hanno effetti invece minimi su isole già impiantate, dimostrando che esiste una finestra di fragilità maggiore nei primi giorni dopo l’impianto. Questo spiega in parte il dato nell’uomo, in cui circa il 50% delle cellule infuse viene meno nelle prime 24 dopo l’impianto.
Questi risultati spingono ancora di più la ricerca di nuovi farmaci in grado di regolare il sistema immunitario senza danneggiare le cellule producenti l’insulina.