Milano 27 Gennaio 2022. La formazione di aggregati neutrofili-piastrine circolanti nel sangue periferico e localizzati nel pancreas precede e accompagna lo sviluppo di diabete di tipo 1. Questo il risultato dello studio della Australian National University condotto in collaborazione con il Diabetes Research Institute di Milano pubblicato recentemente sulla prestigiosa rivista JCI Insight.
Da alcuni anni il Diabetes Research Institute di Milano studia l’ipotesi che la distruzione delle cellule beta pancreatiche producenti l’insulina, oltre che dalle cellule T, sia operata anche dai neutrofili, cellule del sistema immunitario normalmente coinvolte nei processi infiammatori. In questo nuovo studio si è evidenziato che i neutrofili apparentemente non operano da soli, bensì in compagnia delle piastrine, che normalmente costituiscono la prima difesa per arginare il sanguinamento. Sarebbe proprio l’interazione con le piastrine uno dei segnali di attivazione per i neutrofili. Dallo studio emerge, infatti, che le piastrine presenti negli aggregati si trovano in uno stato di iperattivazione in grado di facilitare il passaggio dei neutrofili dal circolo sanguigno al pancreas, dove danneggerebbero le cellule beta attraverso il rilascio di prodotti tossici noti come Neutrophil Extracellular Traps (NETs). “L’accumulo di aggregati neutrofilo-piastrine rilevata nel sangue e nel pancreas dei modelli preclinici è risultato associato al danno beta cellulare, a riprova di una stretta connessione tra attivazione dei neutrofili e disfunzione beta cellulare” commenta Anna Giovenzana, co-autrice insieme ad Alessandra Petrelli dell’articolo. In linea con il modello preclinico, anche i risultati ottenuti dal sangue di bambini ad alto rischio di sviluppare il diabete di tipo 1, indicano che l’insorgenza di autoimmunità è associata all’aumento degli aggregati neutrofilo-piastrine nel sangue circolante. “Il riconoscimento di potenziali anomalie nel sangue dei soggetti a rischio non solo è importante per capire come si sviluppa il diabete di tipo 1, ma è fondamentale per individuare biomarcatori precoci della malattia che permettano di monitorarne l’evoluzione prima che si manifesti la malattia clinica” conclude Alessandra Petrelli.
Il Diabetes Research Institute dell’Ospedale San Raffaele di Milano coglie l’occasione per ringraziare tutti coloro che danno fiducia alla nostra ricerca sostenendola con iniziative di supporto e donazioni. Se vuoi sostenerci puoi farlo direttamente cliccando qui.