E’ partito lo studio MITO, acronimo per Minimal Islet Transplant at Onset. Per la prima volta si utilizza il trapianto di isole pancreatiche non più dopo una lunga storia di diabete in presenza di una malatia poco controllabile con il trattamento insulinico, ma viceversa all’esordio della malattia e non prevedendo una immunosoppressione cronica. Il razionale dello studio non è quello di sostituire la funzione delle isole perse ma di preservare le proprie isole basandosi sul concetto di “vaccinazione inversa ” per ridurre la risposta immunitaria. La vaccinazione tradizionale mira a rafforzare la reazione immunitaria contro un determinato antigene, di solito un patogeno infettivo. Viceversa nel caso dello studio MITO all’esordio del diabete di tipo 1 si punta a ridurre la risposta immunitaria contro le cellule che producono insulina facendole riconoscere in modo diverso al sistema immunitario.
Questo concetto funziona in modo adeguato nel campo dell’allergia dove la tolleranza contro gli allergeni viene ottenuta presentando allergene in dosi gradualmente crescenti al sistema immunitario. Questo tipo di immunoterapia è diventato abbastanza efficace e gli eventi avversi sono rari. E’ più che ragionevole immaginare di ridurre il processo autoimmune alla base del diabete di tipo 1 in modo analogo, con la somministrazione di auto-antigeni in modo da smorzare la risposta immunitaria. In questo modo, invece di puntare ad una soppressione del sistema immunitario generalizzata, si può selettivamente spostare la risposta autoimmune da una attività distruttiva ad una tollerogenica.
Nella pratica lo studio prevede di effettuare un singolo trapianto di isole pancreatiche associato ad una terapia che momentaneamente riduca le difese immunitarie e successivamente permetta la rieducazione del sistema immunitario, attraverso l’utilizzo di due farmaci conosciuti come rapamicina (da assumersi per un mese) e sei somministrazioni (una ogni due settimana) di un farmaco sottocute denominato “GCSF peghilato”. Lo studio sarà effettuato solo su sei pazienti come primo passo ed è stato registrato nella banca dati ClinicalTrials.gov del U.S. National Institutes of Health con il codice NCT02505893.
Le caratteristiche per essere candidabili, oltre che essere maggiorenni, è di avere avuto un esordio di diabete mellito di tipo 1 nei 180 giorni precedenti, estensibili in alcuni casi a due anni.
Chiunque fosse interessato a partecipare può farlo sottomettendo i suoi dati attraverso il link web.
Lo studio è stato reso possibile anche grazie al contributo di Fondazione Italiana Diabete Onlus.