Quali siano le cause che portano allo sviluppo del diabete di tipo 1 (T1D) è ancora un’incognita, ma è ormai noto però che sin dai primi anni di vita il pancreas dei pazienti affetti da questa patologia veda un attacco da parte delle cellule del sistema immune. Identificare quali siano le cellule immuni più rilevanti e introdurre nuove strategie per bloccare o rallentare la loro azione nei diversi stadi della malattia è l’obiettivo principale di alcuni ricercatori del Diabetes Research Institute di Milano.
Tra i diversi approcci in esame il più promettente è quello che utilizza molecole in grado di inibire il movimento delle cellule del sistema immunitario, bloccando così il processo di reclutamento nel pancreas. In questa direzione è stato appena pubblicato sulla rivista internazionale Diabetes, l’organo ufficiale della American Diabetes Association (ADA) il risultato di uno studio che ha avuto come obiettivo l’utilizzo di una nuova molecola (Ladarixin), testata in una sperimentazione preclinica in grado di bloccare, in una fase precoce, o rallentare, una volta sviluppato, il diabete di tipo 1 (CXCR1/2 Inhibition Blocks and Reverts Type 1 Diabetes in Mice. Citro A, Valle A, Cantarelli E, Mercalli A, Pellegrini S, Liberati D, Daffonchio L, Kastsiuchenka O, Ruffini PA, Battaglia M, Allegretti M, Piemonti L).
I risultati dimostrano che l’impiego di questa molecola in differenti momenti della malattia porta alla riduzione delle cellule infiammatorie (principalmente neutrofili e macrofagi) dal pancreas, migliorandone il quadro clinico nel lungo periodo. Questi promettenti risultati confermano il ruolo primario di queste cellule nella patogenesi del diabete e suggeriscono che più precocemente si inizia a bloccare queste cellule infiammatorie, tanto più alta sarà la probabilità di prevenire o ritardare il progredire della malattia.
Ci sono due ulteriori buone notizie. Primo: tutto lo studio è italiano poiché la molecola testata è di paternità e brevetto italiano (farmaco frutto della ricerca Dompé). Secondo: sarà possibile iniziare la sperimentazione nell’uomo nella prima metà del prossimo anno poiché la molecola ha già concluso tutte le fasi di sviluppo necessarie per il suo utilizzo.
Nasce una speranza tutta italiana per la terapia del diabete di tipo 1