Un gruppo di ricercatori di vari istituti europei (Katholieke Universiteit di Leuven in Belgio; University of Southern Denmark, Danish Technical University e Hagerdon Research Institute in Danimarca; San Raffaele Diabetes Research Institute e Italfarmaco in Italia; University Medical Center Nijmegen in Olanda; Karolinska Institutet in Svezia) e nord americani (University del Colorado in USA e McGill University in Canada) coordinati dall’Università di Copenhagen hanno descritto un nuovo approccio terapeutico per la terapia del diabete di tipo 1 (DP Christensen, C Gysemans, M Lundh, MS Dahllöf, D Noesgaard, SF Schmidt, S Mandrup, N Birkbak, CT Workman, L Piemonti, L Blaabjerg, V Monzani, G Fossati, P Mascagni, S Paraskevas, RA Aikin, N Billestrup, LG Grunnet, CA. Dinarello, C Mathieu, T Mandrup-Poulsen. Lysine deacetylase inhibition prevents diabetes by chromatin-independent immunoregulation and β-cell protection). Il lavoro è stato pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America (PNAS) nel mese di Gennaio 2014.
Il diabete di tipo 1 è dovuto alla distruzione delle cellule pancreatiche che producono insulina (cellule beta) da parte del sistema immunitario. Lo studio condotto in vitro descrive una classe di farmaci nuovi chiamata “inibitori della Lisina Deacetilasi (KDACi)” in grado di proteggere le cellule beta dalla distruzione infiammatoria ed è quindi da considerarsi promettente. I ricercatori hanno dimostrato che due dei farmaci di questa classe, il vorinostat e il givinostat, entrambi attivi per via orale e clinicamente ben tollerati, sono stati in grado di impedire lo sviluppo del diabete di tipo 1 e di contrastare i danni alle cellule da parte dell’infiammazione in vivo. È importante sottolineare che questi effetti sono stati raggiunti con dosi che sono sicure ed efficaci nelle malattie infiammatorie umane. Questi dati forniscono il razionale per sviluppare i test clinici di sicurezza ed efficacia di questi farmaci nei pazienti con diabete di tipo 1.