La medicina rigenerativa ha un potenziale immenso per risolvere il problema del numero limitato di organi trapiantabili e consentire trapianti senza immunosoppressione. Tra le diverse tecnologie in fase di sviluppo, la possibilità di seminare cellule sulla matrice naturale degli organi (cell-on-scaffold seeding technology) offre probabilmente la prospettiva di una più veloce applicazione in clinica. Quest’approccio è basato sull’evidenza che le proteine della matrice extracellulare (ECM) svolgono un ruolo fondamentale nella determinazione, la differenziazione, la proliferazione, la sopravvivenza, la polarità, il benessere, e la migrazione delle cellule. Finora, la “cell-on-scaffold seeding technology” ha permesso la produzione di numerosi, ancora relativamente semplici, tessuti che sono stati poi impiantati in più di 200 pazienti con scopi terapeutici. Poiché queste parti del corpo sono state bioingegnerizzate con cellule del paziente, l’immunosoppressione non è mai stata necessaria.
Uno studio coordinato dalla Wake Forest School of Medicine, Winston-Salem, negli Stati Uniti, e che ha coinvolto una serie di centri nel mondo (UCL Institute of Child Health and Great Ormond Street Hospital di Londra, la School of Medicine at Mount Sinai di New York, il San Raffaele Diabetes Research Institute di Milano e la Fondazione Instituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza di Padova), ha dimostrato la possibilità con un metodo innovativo di ottenere un pancreas umano decellularizzato.
Questo è un passo fondamentale per la creazione di una nuova generazione di pancreas bioartificiali costituiti da un software e un hardware. Il software sarà rappresentato da cellule endocrine generate dalla differenziazione di cellule pluripotenti ottenute dalla riprogrammazione dei fibroblasti del paziente. Tali cellule saranno seminate o incorporate nell’hardware del pancreas endocrino bioartificiali, vale a dire la matrice extracellulare ottenuta dalla decellularizzazione di organi non utilizzati a scopi clinici, perché considerati non adeguati.
Ovviamente il percorso per la realizzazione di una nuova generazione di pancreas bioartificiali non è semplice, ma i primi risultati sono più che promettenti.
Pancreas bioartificiali di nuova generazione: abbiamo l’hardware