Staminali e isole pancreatiche: gemelli diversi?
Il team di ricercatori dedicati allo studio delle staminali al DRI del San Raffaele

Il team di ricercatori dedicati allo studio delle staminali al DRI del San Raffaele

Le beta cellule ottenute dal differenziamento di cellule staminali sono molto simili alle beta cellule dei donatori d’organo. La scoperta, frutto dello studio dei ricercatori del Diabetes Research Institute dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, è stata pubblicata sulla rivista Cell Transplantation e costituisce un nuovo tassello per la medicina rigenerativa per la cura del diabete di tipo 1.

Le principali autrici dello studio, l’affiatata coppia di ricercatrici del DRI Valeria Sordi e Silvia Pellegrini, hanno scelto una cellula staminale pluripotente indotta (iPSC) riprogrammata con le tecnologie più avanzate da una cellula della pelle. Queste cellule sono state quindi trasformate in cellule producenti insulina con un protocollo specifico frutto di lunghi studi sullo sviluppo embrionale del pancreas. Le cellule ottenute sono state  infine confrontate con le beta cellule di uomo che normalmente si trovano nel pancreas e che rilasciano l’insulina che serve per controllare il metabolismo degli zuccheri in modo adeguato. Lo studio conclude che le beta cellule da staminali hanno un profilo di espressione di geni e proteine e soprattutto una capacità di rispondere al glucosio secernendo insulina simile a quello delle beta cellule umane pancreatiche.

E’ noto che il trapianto di isole da donatore è in grado di sostituire le cellule producenti insulina che mancano nel paziente con diabete di tipo 1, ripristinando un corretto controllo glicemico. Ma questo approccio è limitato dalla scarsa disponibilità di donatori d’organo e dalla necessità di utilizzare una terapia immunosoppressiva per evitare il rigetto.

“L’approccio con le cellule staminali potrebbe consentire di superare entrambi i problemi, infatti le iPSC possono essere facilmente ottenute da ogni paziente” afferma la dottoressa Sordi “ed è stato dimostrato che è possibile differenziarle in cellule che producono insulina, ma non era ancora chiaro quanto la nuova beta cellula fosse simile a quella del donatore”.

” La comprensione delle capacità e dei limiti di queste cellule è un presupposto essenziale prima di poterle utilizzare in clinica nell’uomo” sottolinea Lorenzo Piemonti direttore del DRI ” i risultati sono molto incoraggianti ma abbiamo ancora molti aspetti da verificare”

La ricerca su questo approccio intanto prosegue, con nuove linee di iPSC, protocolli di differenziamentoento sempre più efficaci e nuovi test funzionali.

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Cell Transplant. 2018 Sep 25:963689718798564. doi: 10.1177/0963689718798564. [Epub ahead of print]

Differentiation of Sendai virus-reprogrammed iPSC into β cells, compared with human pancreatic islets and immortalized β cell line.

Pellegrini S(1), Manenti F(1), Chimienti R(1), Nano R(1), Ottoboni L(2), Ruffini F(2), Martino G(2)(3), Ravassard P(4), Piemonti L(1)(3) and Sordi V(1).

Author information:
(1) Diabetes Research Institute, IRCCS San Raffaele Scientific Institute, Milan,Italy.
(2)Neuroimmunology Unit, Institute of Experimental Neurology, IRCCS San Raffaele Scientific Institute, Milan, Italy.
(3)Vita-Salute San Raffaele University, Milan, Italy.
(4)Institut du Cerveau et de la Moelle épinière (ICM), Biotechnology & Biotherapy Team, Université Pierre et Marie Curie, Paris, France.