Gli studi Mito e Monorapa precedentemente annunciati sono in pieno svolgimento presso il San Raffaele Diabetes Research Institute di Milano e possiamo fare un primo bilancio sul loro andamento in termini di reclutamento.
Lo studio MITO (registrato nella banca dati ClinicalTrials.gov del U.S. National Institutes of Health con il codice NCT02505893) è uno studio clinico innovativo per valutare la possibilità di curare il diabete di tipo 1. E’ uno studio pilota che almeno in una prima fase vede coinvolti solo sei pazienti. I soggetti eleggibili sono tutti pazienti maggiorenni con diabete di tipo 1 esordito recentemente (preferibilmente entro 6 mesi, ma possibile fino a due anni). In questi soggetti una parte delle cellule che producono insulina è ancora presente anche se non sufficiente a mantenere il giusto controllo degli zuccheri nel sangue. Queste cellule nel giro di qualche anno saranno distrutte definitivamente dal sistema immunitario. Lo studio vuole dimostrare che in questa fase precoce della malattia se si rieduca il sistema immunitario è possibile prevenire la distruzione delle cellule producenti l’insulina e quindi conservarle su lungo periodo (attualmente lo studio prevede 5 anni di osservazione, anche se già il primo anno darà un risultato). Come si prova rieducare il sistema immunitario? Si fa attraverso una combinazione di trapianto di cellule producenti l’insulina e farmaci. In pratica si espone il bersaglio del sistema immunitario (le isole pancreatiche) in combinazione con farmaci in grado di rieducare il sistema immunitario a non riconoscere più le cellule producenti insulina. Qualora il sistema dimostrasse di essere efficace, si potrà utilizzare lo steso approccio non più in pazienti in cui la malattia è già esordita, cioè quando hanno già perso circa l’80% delle cellule producenti l’insulina, ma prima in modo da prevenire l’esordio della malattia stessa. In seguito se darà risultati positivi, si potrà eseguire uno studio più ampio. Al momento sono stati valutati 8 soggetti di cui 3 esclusi e 5 arruolati.
Lo studio MonoRAPA (registrato nella banca dati ClinicalTrials.gov dell’U.S. National Institutes of Health con il codice NCT02803892) è volto a cercare di far ripartire le cellule producenti l’insulina in pazienti con una storia di diabete di tipo 1 da almeno 5 anni. In questo studio si va a trattare una popolazione non all’esordio della malattia ma dopo una lunga storia di diabete di tipo 1. Infatti, questo studio è condotto per verificare l’ipotesi che le cellule beta residue nei pazienti con diabete di tipo 1 di lunga data possono svolgere un ruolo importante come potenziale fonte di rinnovata funzione secretoria d’insulina. Detto con uno slogan l’idea è che “non tutto è perduto” anche dopo anni di malattia. Il razionale di quest’approccio nasce da una nostra precedente osservazione che la funzione beta cellulare può essere recuperata nei pazienti con diabete di tipo 1 di lunga durata sottoposti a monoterapia con rapamicina (Diabetologia 2011, 54:433-9). Questa prima osservazione è stata recentemente suffragata da diversi altri dati che hanno dimostrato come le cellule beta sopravvivono per un lungo periodo dopo la diagnosi di diabete di tipo 1 e che il pancreas ha una capacità sottovalutata di recupero funzionale. Tutti questi studi sono però osservazionali o retrospettivi, cioè elaborazioni fatte su dati ottenuti non specificatamente con l’intenzione di dimostrare il recupero della funzione beta cellulare. Per questo motivo abbiamo disegnato MonoRAPA Trial. L’obiettivo è di indagare se una terapia con un farmaco denominato rapamicina più o meno associato a un secondo farmaco denominato vildagliptin (inibitore di DPP-4) è in grado di ripristinare la funzione delle cellule beta. Lo studio è prospettico, randomizzato, monocentrico, in doppio cieco, controllato con placebo. Questo significa che né il paziente né il medico sa se e quale paziente sta ricevendo il principio attivo. In termini di probabilità su tre pazienti arruolati 1 paziente riceve il placebo, un paziente riceve un farmaco attivo, un paziente riceve entrambi i farmaci attivi. Il trattamento ha una durata complessiva di tre mesi e i farmaci saranno assunti per bocca. Lo studio prevede il trattamento di 60 soggetti. Al momento sono stati valutati 66 soggetti di cui 51 esclusi e 15 arruolati.
Entrambi gli studi sono resi possibili grazie al contributo di Fondazione Italiana Diabete Onlus e del Ministero della Sanità (ricerca finalizzata.)
Entrambi gli studi sono aperti al reclutamento e chiunque fosse interessato a partecipare può farlo sottomettendo
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