Un nuovo studio pubblicato su Immunology, condotto dal Diabetes Research Institute di Milano, ha gettato nuova luce sulle potenzialità delle cellule T regolatorie (Treg) nell’ambito dell’immunoterapia. Questo studio apre la strada a miglioramenti significativi nella sopravvivenza e nell’efficacia delle cellule che regolano le reazioni immunitarie, sia nel caso di rigetto di trapianti che di malattie autoimmuni.
Le Treg, anche conosciute come “guardiane” del nostro sistema immunitario, svolgono un ruolo cruciale nel modulare le risposte immunitarie e nel promuovere la tolleranza del nostro organismo. “Immaginate un esercito di difensori all’interno del corpo, pronti a prevenire e frenare le reazioni immunitarie eccessivamente aggressive, che possono danneggiare i tessuti sani – specifica Paolo Monti, coordinatore dello studio- Oltre a svolgere un ruolo cruciale nella prevenzione del rigetto di trapianti, le Treg sono essenziali per il controllo delle malattie autoimmuni, tra cui il diabete di tipo 1”
Le cellule T regolatorie hanno molte potenziali applicazioni in campo medico. Attualmente, queste cellule vengono isolate dal sangue dei pazienti e cresciute in laboratorio per ottenere un prodotto terapeutico. Tuttavia, un problema che gli studiosi hanno riscontrato è che dopo la loro infusione non sono in grado di sopravvivere a lungo termine, limitando nel tempo la loro efficacia. Per questo motivo, uno dei campi di interesse è lavorare a metodi per rendere le Treg più potenti e resistenti al fine di avere un’immunoterapia efficace.
Il lavoro condotto dal San Raffaele Diabetes Research Institute ha dimostrato che aggiungendo una proteina chiamata IL-7 durante il processo di coltura delle Treg, è possibile ottenere un prodotto con un fenotipo “immaturo”. Questo significa che le cellule risultanti sono più resistenti agli stress e all’apoptosi, un processo di morte cellulare programmata.
“In parole semplici, questa scoperta ha la potenzialità di migliorare l’efficacia dell’immunoterapia”, commenta Lorenzo Piemonti, direttore del Diabetes Research Institute – infatti Le Treg con un fenotipo immaturo hanno la capacità di sopravvivere più a lungo nel corpo del paziente e svolgere un ruolo più efficace nella regolazione del sistema immunitario, contribuendo potenzialmente al controllo delle malattie autoimmuni, come il diabete di tipo 1, in modo più duraturo”.
È importante sottolineare che questa ricerca è ancora in fase di sviluppo, ma offre una prospettiva promettente per il futuro del trattamento delle malattie autoimmuni. I ricercatori del DRI stanno lavorando per portare velocemente questa innovazione dal laboratorio al letto del paziente, affinché possa diventare una realtà clinica. “Non è un percorso breve,” conclude Paolo Monti, “ma è tra le strategie adottate dal DRI per essere applicate in studi nell’uomo nel più breve tempo possibile per poter valutare la efficacia clinica.”
Il Diabetes Research Institute dell’Ospedale San Raffaele di Milano coglie l’occasione per ringraziare tutti coloro che danno fiducia alla nostra ricerca sostenendola con iniziative di supporto e donazioni. Se vuoi sostenerci puoi farlo direttamente cliccando qui.
Bonini C, Piemonti L, Monti P. Interleukin-7 improves the fitness of regulatory T cells for adoptive transfer. Immunology. 2023. https://doi.org/10.1111/imm.13690
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