Il Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism (organo della Endocrine Society e uno dei principali giornali per la ricerca e la pratica clinica endocrina) ha pubblicato il lavoro dei ricercatori del San Raffaele Diabetes Research Institute svolto in stretta collaborazione con il gruppo di ricerca di Ilaria Capua (attualmente alla Università della Florida) che ha indagato la possibile relazione tra il virus dell’influenza e il diabete di tipo 1.
Il rapido aumento di incidenza mondiale del diabete di tipo 1 suggerisce un ruolo importante per fattori ambientali nella sua eziologia. Secondo studi cross-sectional e prospettici su pazienti con diabete di tipo 1 e/o individui prediabetici, le infezioni virali potrebbero essere uno di questi fattori. Il possibile coinvolgimento di infezioni virali nell’eziologia del diabete è stato suggerito in passato da diversi studi, implicando enterovirus come Coxsackievirus B, il morbillo, rosolia congenita, parotite, citomegalovirus e influenza B. Inoltre, virus come Coxsackie B4, il rotavirus e il reovirus hanno dimostrato di essere diabetogeni nel modello animale. Anche se la prova definitiva di un coinvolgimento dei virus non è ancora stata ottenuta, l’ipotesi è oggetto di intensi studi da parte di molti gruppi. Evidenze più recenti hanno suggerito la possibilità che anche il virus dell’influenza A possa essere coinvolto nell’eziologia del T1D e ci sono state numerose segnalazioni di danno pancreatico nell’uomo (pancreatite acuta o esordio del diabete) correlato al virus dell’influenza H1N1. A supporto di questa ipotesi un rapporto molto recente su una grande coorte di soggetti in Norvegia ha mostrato un aumento del rischio di T1D dopo infezione grave da H1N1. Questi risultati hanno suggerito la necessità di indagare se i virus dell’influenza A possano svolgere un ruolo come (con)causa del diabete. In una precedente pubblicazione del DRI di Milano si era già descritto come due virus dell’influenza aviaria a bassa patogenicità fossero in grado di replicarsi nelle cellule pancreatiche in modelli animali (uccelli) e causare diabete. Inoltre almeno due virus dell’influenza A che sono circolati per lunghi periodi nell’uomo erano risultati in grado di infettare le isole pancreatiche umane in vitro, inducendo il rilascio di una serie di fattori rilevanti per l’attivazione del sistema immunitario.
In questo nuovo studio, è stato studiato il virus pandemico responsabile dell’infezione del 2009 (H1N1 A/California / 4/2009). I risultati hanno confermato che anche il virus dell’influenza A H1N1 è in grado di infettare il pancreas e di replicarsi inducendo una risposta infiammatoria. Nonostante questo l’infezione sperimentale in modelli animali della classe dei mammiferi (roditori) non ha causato diabete. Dato questo in parte atteso poichè il virus in natura non infetta questi animali e si è dovuto utilizzare una forma adattata al modello. Nei soggetti con diabete di tipo 1 non si sono trovate evidenze della persistenza cronica del virus nel pancreas o nella mucosa nasofaringea, mentre non si può al momento escludere un ruolo in fase di infezione acuta. Non abbiamo quindi ancora una risposta conclusiva riguardo a quale ruolo questo virus abbia come (con)causa del diabete, e al momento non è giustificato alcun allarmismo ne assunzione di comportamenti preventivi verso l’influenza diversi da quelli suggeriti dalle linee guida attualmente in uso, ma sicuramente sarà meritevole di ulteriori studi ed approfondimenti.