Scoperto un legame tra Diabete di tipo 1 e profilo batterico intestinale

Team Piemonti paper JCEMI pazienti con diabete di tipo 1 presentano processi infiammatori nel duodeno, il primo tratto dell’intestino, associati a un’alterazione specifica della popolazione batterica. La scoperta, frutto dello studio dei ricercatori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, è stata pubblicata sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism e potrebbe aprire la strada alla comprensione del legame tra questo tipo di diabete e le alterazioni a carico del sistema intestinale.

Lo studio, che ha avuto come coordinatore il professor Lorenzo Piemonti, vicedirettore dell’Istituto di Ricerca sul Diabete (DRI), e come prime autrici Silvia Pellegrini e Valeria Sordi, ha permesso di analizzare il profilo infiammatorio (l’attivazione del sistema immunitario) e il tipo di popolazione batterica presente nel duodeno di 54 pazienti sottoposti a biopsia. Lo studio conclude che chi è affetto da diabete di tipo 1 mostra a livello della mucosa intestinale uno stato infiammatorio specifico, diverso da quello osservato nei soggetti con celiachia o in quelli sani. I primi mostrano inoltre un’alterazione della popolazione batterica intestinale specifica, che sembra associata alla reazione del sistema immunitario.

Il diabete di tipo 1, a differenza del diabete di tipo 2, insorge generalmente in giovane età ed è causato dall’attacco da parte del sistema immunitario nei confronti delle betacellule, le cellule del pancreas deputate alla produzione di insulina. L’interesse per lo stato infiammatorio e il profilo batterico intestinale dei pazienti con diabete di tipo 1 nasce dal sospetto che il meccanismo immunitario alla base della malattia abbia origine proprio a livello intestinale. Ma si tratta per ora solo di un’ipotesi.

Non sappiamo ancora se le alterazioni a livello del duodeno che abbiamo osservato sono la causa o la conseguenza della reazione autoimmune dietro la distruzione delle betacellulechiarisce Lorenzo Piemonti. “Serve altra ricerca. Solo questo ci permetterà, in futuro, di identificare nuove strategie di trattamento che si concentrino sulle specifiche caratteristiche gastrointestinali delle persone che soffrono diabete di tipo 1”.

I medici e i ricercatori ringraziano tutti i pazienti che hanno reso possibile lo svolgimento di questo studio.