COVID-19 e diabete: buone notizie dai dati del DRI di Milano

abstract picture R3 da spedire18 settembre 2020, Milano. Studio del DRI di Milano evidenzia che la risposta anticorpale in caso di infezione da SARS-CoV2 non è condizionata dalla alta glicemia e dal diabete, suggerendo che la vaccinazione quando sarà disponibile potrà essere efficace anche nel soggetto diabetico.

Un importante studio eseguito dai medici e ricercatori del San Raffaele Diabetes Research Institute sul rapporto tra l’infezione da SARS-CoV-2 e lo sviluppo della risposta anticorpale nei soggetti con diabete è stato pubblicato sulla rivista Diabetologia (l’organo ufficiale della European Association for the Study of Diabetes).

Lo scopo dello studio è stato quello di caratterizzare la risposta anticorpale contro il virus nei soggetti con diabete affetti da COVID-19. E’ risaputo che nel soggetto adulto la presenza di diabete sia associata ad una più alta probabilità di sviluppare forme cliniche severe di COVID-19. Il motivo di questa associazione è tutt’ora non conosciuto. Una delle ipotesi sul campo è che la risposta anticorpale al virus possa essere contrastata dalla presenza del diabete o dagli elevati livelli di glucosio circolante in quanto sia il diabete che l’iperglicemia sono associati ad alcune modificazioni della funzione del sistema immunitario. Studiare la capacità di montare una risposta anticorpale appropriata in presenza di iperglicemia è quindi rilevante per la comprensione dei meccanismi correlati al peggior risultato clinico del COVID-19 osservato in pazienti con diabete e per lo sviluppo di eventuali future campagne vaccinali per prevenire l’infezione da SARS-CoV-2 negli stessi. Utilizzando una misurazione altamente specifica e sensibile mediante saggi di immunoprecipitazione in fase fluida (sviluppata dal DRI sulla base dell’esperienza storica nel dosaggio degli anticorpi per la diagnosi di autoimmunità) è stata quindi caratterizzata la risposta anticorpale contro più pezzi del virus in una coorte di 582 dei 1031 pazienti che tra il 25 febbraio e il 19 aprile 2019 sono giunti all’attenzione dell’Ospedale San Raffaele per COVID-19.

I risultati hanno innanzitutto confermato la stretta correlazione tra COVID-19 e diabete: circa 1 soggetto ogni 5 ha riportato una storia di diabete e circa un soggetto ogni 10 ha avuto una diagnosi di diabete concomitante all’infezione. La presenza di diabete è risultata associato ad un aumento dei biomarcatori di infiammazione e di attivazione della coagulazione, entrambi meccanismi importanti nel determinare la gravità della malattia. Non inattesa è stata quindi l’evidenza della presenza di un rischio di morte per COVID-19 di 2.32 volte più elevato nel soggetto diabetico rispetto al non diabetico anche dopo aggiustamento per età, sesso e altre comorbidità rilevanti. Meno attesa ma altrettanto interessante è stata l’evidenza che anche nei soggetti non diabetici i livelli di glicemia sono risultati associati ad un più elevato rischio di morte indipendentemente dalla diagnosi di diabete, sottolineando l’importanza di un controllo glicemico adeguato in caso di COVID-19. La risposta umorale contro SARS-CoV-2 nei pazienti con diabete è risultata presente e sovrapponibile, per quanto riguarda tempi e titoli anticorpali, a quella dei pazienti non diabetici, con differenze marginali, e non è risultata influenzata dai livelli di glucosio. Tra le risposte anticorpali misurate, la positività per un anticorpo che riconosce il dominio di legame che permette al virus l’ingresso nelle cellule (detto Recepito Binding Domain) è risultata associata ad una diminuzione del 60% della mortalità.

Nel complesso lo studio mostra quindi che i pazienti con diabete diagnosticato o non diagnosticato hanno maggiori probabilità di manifestare sintomi gravi e morte per polmonite da COVID-19. Fragilità, condizioni preesistenti di comorbidità e una potenziale disfunzione del sistema immunitario sottostante potrebbero contribuire a un esito peggiore. Lo studio ha documentato che l’iperglicemia non altera la risposta immunitaria umorale contro SARs-CoV-2 e l’evidenza che la positività per alcuni tipi di anticorpi è associata a un notevole effetto protettivo (riduzione di circa il 60%) nei pazienti con diabete consente un cauto ottimismo sull’efficacia dei futuri vaccini contro SARs-COV-2 anche nei soggetti con diabete.

“Il test è un test di immunoprecipitazione luciferasi (test LIPS) contro SARS-CoV-2, che funziona secondo un principio simile al test anticorpale che avevamo sviluppato in precedenza per il dosaggio degli anticorpi contro insulina nei pazienti con diabete di tipo 1- spiega Vito Lampasona, responsabile della ricerca sui marcatori di autoimmunità del DRI di Milano – e grazie alla nostra esperienza abbiamo potuto ottenere specificità e sensibilità altissime,  partendo da volumi di siero inferiori ai 5 microlitri, e con la capacità di caratterizzare le varie classi e diversi  bersagli della risposta anticorpale contro il virus”. Dichiara Lorenzo Piemonti, direttore del DRI di Milano: “Lo studio ci porta buone notizie e cattive notizie.  I soggetti con diabete, considerando tutte le forme, hanno rappresentato durante la fase critica circa un paziente ogni 4 di quelli visti in ambito ospedaliero e uno ogni 2 di quelli deceduti, confermando la pericolosità del binomio diabete COVID-19 in particolare nel paziente con più di 65 aa. Dall’altra parte la capacità di risposta in termini di produzione di anticorpi in generale e in particolare di quelli protettivi non è ostacolata dai livelli elevati di glucosio, suggerendo che non avremo problemi particolari quando sarà disponibile un vaccino prevenire la malattia in modo efficace anche in presenza del diabete.”

Il Diabetes Research Institute dell’Ospedale San Raffaele di Milano coglie l’occasione per ringraziare tutti coloro che danno  fiducia alla nostra ricerca sostenendola con iniziative di supporto e donazioni e ricorda che le conoscenze sulla malattia COVID-19 sono in continua evoluzione e le informazioni disponibili possono essere soggette a variazioni rilevanti nel tempo. In attesa di avere soluzioni più radicali per contrastare l’infezione consiglia  di non abbandonare le precauzioni che orami noi tutti abbiamo imparato a conoscere quali il distanziamento sociale, il lavarsi le mani, l’indossare i dispositivi di protezione dove indicato.

 

Antibody response to multiple antigens of SARS-CoV-2 in patients with diabetes: an observational cohort study  

V Lampasona; M Secchi; M Scavini; E Bazzigaluppi; C Brigatti; I Marzinotto; A Davalli; A Caretto; A Laurenzi; S Martinenghi; C Molinari; G Vitali; L Di Filippo; A Mercalli; R Melzi; C Tresoldi; P Rovere-Querini; G Landoni; F Ciceri; E Bosi; L Piemonti.  Diabetologia: in press