COVID-19 nei pazienti trapiantati: situazione di alto rischio

Milano, 20 dicembre 2021. Pubblicato nuovo studio del San Raffaele Diabetes Research Institute di Milano che mostra come i soggetti trapiantati siano da considerare ad alto rischio in caso di infezione da SARS-CoV-2 e quindi prioritari in ogni strategia di prevenzione a partire dall’accesso ai vaccini

I pazienti che ricevono un trapianto di organo, in quanto sottoposti ad una terapia con immunosoppressori per evitare il rigetto, sono potenzialmente più a rischio di sviluppare infezioni. Si è quindi investigato se i riceventi di trapianto di organi solidi  siano a maggior rischio di infezione da SARS-CoV-2 e/o a prognosi peggiore in caso di sviluppo di COVID-19 rispetto alla popolazione generale. Per questo motivo nel primo anno dopo l’inizio della pandemia fino ad aprile del 2021 è stato condotto uno studio per valutare  l’incidenza cumulativa e gli esiti dell’infezione da SARS-CoV-2 in una coorte di 291 soggetti seguiti presso il centro trapianti dell’Ospedale San Raffaele che hanno in precedenza ricevuto un trapianto d’organo solido. “L’incidenza cumulativa di COVID-19 nei riceventi di un trapianto è risultata leggermente superiore rispetto a quella della popolazione di pari età durante il periodo di studio – spiegano Rossana Caldara e Paola Maffi responsabili dell’ Unità clinica di trapianto di rene e trapianto di pancreas/isole, rispettivamente – e la frequenza degli anticorpi contro SARS-CoV-2 è risultata di circa 2,6 volte superiore all’incidenza dei casi risultati positivi per la diagnosi molecolare, suggerendo che il numero di soggetti  infettati da SARS-CoV-2 sia maggiore di quanto sia stato diagnosticato anche nei pazienti con trapianto d’organo solido”. Nei riceventi sintomatici, il trapianto di rene è risultato associato a un rischio più elevato di sviluppare una malattia moderata/critica rispetto al trapianto di pancreas/isole, mentre i fattori di rischio più comuni, tra cui età e presenza di altre malattie, sono risultati meno rilevanti per la gravità del COVID-19. “E’ uno studio per certi versi irripetibile poiché condotto in un periodo in cui la campagna vaccinale non era ancora iniziata e che ci ha permesso di valutare l’impatto dell’infezione virale in una situazione vergine del sistema immunitario in soggetti in trattamento con immunosoppressori- spiega Lorenzo Piemonti direttore del Diabetes Research Institute di Milano – Lo studio ha evidenziato un’elevata mortalità nei riceventi di trapianto di organo solido sintomatici per COVID-19 confermando più che mai che questi pazienti debbano essere considerati ad alto rischio in caso di infezione da SARS-CoV-2 e quindi  prioritari in ogni strategia di prevenzione a partire dall’accesso ai vaccini”.

Lo studio è stato possibile solo grazie alla disponibilità dei pazienti a partecipare alla raccolta dei dati e al dosaggio degli anticorpi e cogliamo questa occasione per ringraziarli pubblicamente per il contributo offerto in un periodo non semplice. Il Diabetes Research Institute dell’Ospedale San Raffaele di Milano coglie l’occasione per ringraziare tutti coloro che danno fiducia alla nostra ricerca sostenendola con iniziative di supporto e donazioni. Se vuoi sostenerci puoi farlo direttamente cliccando qui.

Caldara, R.; Maffi, P.; Costa, S.; Bazzigaluppi, E.; Brigatti, C.; Lampasona, V.; Magistretti, P.; Manenti, F.; Marzinotto, I.; Pellegrini, S.; Scavini, M.; Secchi, A.; Piemonti, L. COVID-19 in Solid Organ Transplant Recipient: Exploring Cumulative Incidence, Seroprevalence and Risk Factors for Disease Severity. Biology 2021, 10, 1349. https://doi.org/10.3390/biology10121349